Che differenza c’è fra dire e spiegare? Cosa significa comunicare?
Come mi capita di fare spesso, anche questa volta prendo a prestito un modo di dire che nasce per indicare il contrario di quello che afferma.
Quando si dice infatti “CHI TI CAPISCE È BRAVO!” si intende dire che quello che comunichi non è comprensibile a chi ti ascolta.
E che se chi ti ascolta ti capisce nonostante tu non sia chiaro, allora è bravo lui.
Immagino che ne abbiate sentite di discussioni su questo tema perché è un argomento che vale la pena tenere sempre in caldo.
Anch’io sento la necessità di sottolineare certe sottili differenze che però, per quanto sottili, hanno un peso rilevante in ogni ambito.
Chi dice, sta comunicando? Chi spiega, sta comunicando? Chi comunica … comunica?
Quando comunico io (io Sante intendo) riesco a trasmettere significati chiari a tutti?
Potrei dire una cosa senza pormi alcuna DOMANDA, basandomi su mie conoscenze o convinzioni senza chiedermi se chi mi sente o mi legge sia interessato o capisca cosa sto dicendo.
Se comincio invece a chiedermi se quello che intendo dire sia chiaro a tutti coloro che mi ascoltano, potrei cercare di spiegare di più e non dare per scontati quei particolari o quei significati che si “nascondono” dietro a determinati termini che, per esempio, nel mio settore sono spesso acronimi o frasi che a chi non è addetto ai lavori sembrano “ostrogoto”.
Ma anche spiegare quello che si dice non è tutto ciò che serve per rendere chiaro ciò che si intende “trasmettere”.
Se intendo comunicare, mentre dico qualcosa devo spiegare, ma anche essere certo che tutto il mio impegno arrivi dall’altra parte a chi ascolta o legge.
Chi si occupa di comunicazione in modo professionale si pone (dovrebbe porsi) sempre alcuni interrogativi: chi ho davanti? A chi arriverà il mio messaggio? Arriverà? Come verrà interpretato? Quale mezzo devo usare per essere sicuro che il mio messaggio oltre che ad arrivare dove vorrei, sia anche inteso in modo chiaro e coerente con quello che vorrei?
Sembra facile, ma non lo è.
Tutte queste domande io me le pongo ogni volta che pubblico i miei articoli informativi, produco i miei video di aggiornamento o parlo in pubblico.
E sono sempre in ascolto per capire se e dove è necessario correggere e rendere più chiaro il mio impegno.
La “questione” del contro emozionale mi aiuta molto anche in modo naturale.
Ma so che posso sempre fare meglio.
Ognuno di noi segue personali vie di interpretazione di ciò che gli arriva in relazione alla sua educazione pregressa, le esperienze, le frequentazioni, …
Comunicare per arrivare a tutti richiede quindi una particolare concentrazione per trovare quelle modalità “passpartout” che possono arrivare a chiunque: un lavoro nel lavoro … però è interessantissimo e io lo faccio con passione perché come sapete io ci tengo ai rapporti personali e parlare senza essere capito sarebbe un disastro.
Spero quindi di essere stato fino ad oggi comprensibile e chiaro.
Ci tengo saperlo e quindi non mancate di inviarmi i vostri commenti.
La QUALITA’ dei rapporti personali, indipendentemente dal contesto,  è sempre un investimento reciproco e ad alto “rendimento” che ci arricchisce a priori!
Sante