Mi sono imbattuto di recente in due storie molto significative di quanto siano importanti, fondamentali direi, le EMOZIONI e i buoni comportamenti in ambito finanziario.
La prima storia racconta di un benzinaio, addetto alle pulizie , investitore e filantropo americano di nome Ronald Read.
Nato in una zona rurale del Vermont, Ronald era stato il primo nella sua famiglia a diplomarsi al liceo:
un risultato ancor più impressionante se si considera che andava a scuola in autostop ogni giorno
Per chi conosceva Ronald Read, non c’era molto da raccontare.
Era un uomo semplice che conduceva una vita spartana
Ha riempito serbatoi in una stazione di sevizio per ben 25 anni e per 17 ha spazzato i pavimenti dei grandi magazzini JCPennay.
Ha comprato una casa con due camere da letto per 12.000 dollari a 38 anni e ci ha vissuto per il resto della vita.
È rimasto vedovo a 50 anni e non si è mai più risposato.
Un suo amico ricorda che il suo hobby principale era tagliare la legna
Read è morto nel 2014 a 92 anni.
Ed è stato allora che quest’uomo delle pulizie di provincia è finito sui giornali di tutto il mondo.
Tra i 280.000 americani morti nel 2014, meno di 4000 avevano un patrimonio netto di 8 milioni di dollari al momento della loro scomparsa.
Ronald era uno di loro.
Nel testamento, l’ex custode ha lasciato due milioni di dollari ai figliastri e oltre 6 milioni all’ospedale e alla biblioteca del suo paese.
Chi lo conosceva è rimasto di stucco
Dove aveva preso tutti quei soldi?
Si è scoperto che non c’era nessun segreto.
Nessuna vincita alla lotteria e nessuna eredità.
Read aveva risparmiato quel poco che poteva e l’aveva investito in titoli blue chip americani.
Poi aveva aspettato, per decenni, finché l’interesse composto non aveva trasformato quei piccoli risparmi in più di otto milioni di dollari.
Ecco fatto.
Da addetto alle pulizie a filantropo.
Qualche mese prima della morte di Ronald Read un altro uomo, di nome Richard, è finito sui giornali.
Questa è la seconda storia di un uomo, Richard Fuscone, che era l’esatto opposto di Ronald Read.
Un dirigente di Merrill Lynch con laurea a Harvard e master in gestione d’impresa che, dopo una luminosa carriera nel settore finanziario, era andato in pensione prima dei cinquant’anni per diventare filantropo.
Secondo molti personaggi di spicco della finanza, Fuscone era un uomo di grande capacità negli affari dotato di una notevole integrità personale.
La rivista Crain l’ha incluso in una lista di “40 under 40” scelti tra le persone di maggior successo nel mondo del business.
Nei primi anni 2000 Fuscone, dopo aver toccato il suo momento di gloria, inizia ad avere problemi finanziari.
Inizia ad indebitarsi pesantemente per espandere una casa da 1700 metri quadri a Greenwich, nel Connecticut, che aveva undici bagni, due ascensori, due piscine e sette garage e costava più di 90.000 dollari al mese solo per la manutenzione
ordinaria.
Nel 2008 la grande crisi mette definitivamente in ginocchio.
La recessione danneggia le finanze di quasi tutti ma, ma le manie di grandezza di Fuscone lo mettono sul lastrico.
Gli pignorano dapprima la casa di Palm Beach e nel 2014 è tocca alla grande villa di Greenwich.
Cinque mesi prima che Ronald Read lasciasse la sua fortuna in beneficenza, la casa di Richard Fuscone – dove gli ospiti ricordano “l’emozione di cenare e ballare su una lastra di vetro sospesa sopra la piscina indoor”- è stata venduta in un’asta fallimentare per il 75 percento in meno del valore calcolato da una compagnia assicurativa.
Cosa ha determinato la fortuna di Read?
Cosa ha provocato la bancarotta di Fuscone?
Ronald Read pur non avendo nessuna competenza in ambito finanziario e senza avere nemmeno una laurea era stato molto paziente.
Richard Fuscone invece nonostante fosse un grande esperto di finanza si rovinò a causa della sua ingordigia.
Tanto è bastato per annullare l’enorme differenza di istruzione ed esperienza tra i due.
L’aspetto davvero affascinante di queste storie è il fatto che sarebbero potute accadere solo nella FINANZA.
In quale altro settore una persona senza una laurea, senza una formazione alle spalle nessun corso, nessuna esperienza formale, nessun contatto potrebbe otte ottenere risultati stratosfericamente più alti di una persona che invece ha frequentato le università più prestigiose, e ricevuto una formazione professionale di così alto livello come quella di Fuscone?
Non me ne viene in mente nessuno.
Certo si tratta di due casi estremi, in cui anche la fortuna ha la fatto la sua parte.
Ma la conclusione è che il successo finanziario non è una SCIENZA esatta.
È una soft skill, come dicono quelli bravi.
Una competenza trasversale, in cui il comportamento conta più delle informazioni disponibili.
Definirei questa soft skill psicologia del denaro, un aspetto della finanza troppo spesso sottovalutato.
È un pensiero diffuso infatti che la finanza si basi principalmente sulla matematica:
un approccio per cui si inseriscono dati in una formula e la formula ci dice cosa fare, e si dà per scontato che lo faremo.
È così nella finanza personale, dove ci consigliano di tenere da parte un fondo di emergenza semestrale e di risparmiare il dieci percento dello stipendio.
È così negli investimenti, dove conosciamo le esatte correlazioni storiche tra tassi di interesse e valutazioni.
Ed è così nella finanza aziendale, in cui i CFO possono calcolare con precisione il costo del capitale.
Il punto non è che questi principi siano giusti o sbagliati.
Il punto è che sapere cosa dobbiamo fare non ci dice niente su cosa succede nella nostra testa quando cerchiamo di farlo.
È per questo che nella gestione delle nostre finanze serve l’aiuto ed il supporto di consulente finanziario, meglio se controemozionale.
Vi aspetto