Questo titolo l’ho copiato dall’HEAD LINE di una marca di automobili.
Lo cito perché, come intuirete (almeno chi mi conosce), indica la presenza di una generale diffusa CONSAPEVOLEZZA del fatto che le emozioni tendono ad essere difficilmente controllabili.
Quel titolo lo ricorda, lo evoca e se ne fa forza.
Nella comunicazione commerciale infatti il tema delle emozioni è spesso utilizzato per fare pressioni sulle emotività del cliente al fine di portarlo a comprare o (come nel caso di una campagna che promuove un’automobile) a considerare che conseguenza dell’acquisto sarà provare emozioni.
Si gira insomma sempre intorno alle emozioni.
Se qualcuno dovesse applicare un’head line al mio personale stile di consulenza finanziaria, e volesse quindi necessariamente collocare il termine “emozioni” per descriverlo coerentemente, potrebbe (dovrebbe) scrivere “fuori controllo neppure le emozioni”.
Il fattore controemozionale si inserisce infatti proprio a contrastare questo costante stimolo a strumentalizzare le emozioni come punto di debolezza tramite il quale entrare nel portafoglio di una persona.
Un ingresso carpito sfruttando con le emozioni non è per nulla ETICO.
Ed è su questo che sono impegnato da tempo, sia con i miei colleghi che con i miei clienti, consapevole dell’importanza di “vaccinare” le persone dall’aggressione di un’emozione che può farti fare scelte insane, che possono ritorcersi contro di te, ma anche contro chi ti sta vicino e conta su di te.
Però intendiamoci: non intendo certo “vaccinare” nessuno dall’emozione degli affetti o da quelle che si provano guardando la natura generosa di bellezze confortanti o da tutte le emozioni che generano un sollievo naturale, sano e scollegato da impulsi commerciali.
Il punto è che in questi ultimi due anni siamo tutti stati esposti a fatti che hanno messo a dura prova la solidità emotiva di chi non è abbastanza “allenato” ad osservare le cose come stanno e DECIDERE che tipo di reazioni avere di conseguenza.
Alcuni istituti di ricerca hanno fatto un’indagine in tutta Europa per verificare quanto questo “scossone” emotivo abbia lasciato e lasci segni.
Ne è risultato che quasi il 60% degli intervistati dichiara di essere preoccupato per la propria salute mentale più che per quella fisica.
Faccio notare che emozioni e mente sono parenti stretti.
Se ultimamente ritorno spesso quindi su questi temi è proprio perché alla personale consapevolezza si aggiunge appunto il dato appena citato, che mi fa sentire l’obbligo di stare in prima fila per intervenire “controemozionalmente” a tutelare chi mi sta vicino, cliente o parente che sia.
Se serve spiegarlo lo faccio perché, diversamente da me, c’è chi sfrutta oggi più che mai il disorientamento che gli eventi creano in chi non è attrezzato per affrontarli.
Oggi più che mai ci sono distributori di trappole commerciali costruite semplicemente, non per offrire un prodotto o un servizio, ma per entrare nel vostro portafoglio con qualunque scusa (che può essere un prodotto o un servizio) che a voi possa apparire “interessante”.
Immagini e parole nel settore commerciale vengono gestite e studiate ad hoc da persone che conoscono più di altri la psiche umana e i risultati dei sondaggi che ne descrivono lo stato.
Questi giochetti sono quelli che intendo aiutarvi a smontare pezzo per pezzo.
Smontarli non è un gioco, ma potrebbe divertirvi.
Vi aspetto come sempre per farlo insieme.
Sante