In questi anni, l’esperienza quotidiana mi racconta costantemente che le persone fanno fatica a stabilire i propri obiettivi finanziari, ma hanno spesso più “chiare” le proprie ambizioni, ciò che vogliono realizzare, ciò che amano fare.
Le proprie ambizioni sono basate su VISIONI di sé orientate al FUTURO e su obiettivi che non si realizzano in modo automatico, su obiettivi che richiedono applicazione di una quantità imprevedibile di energie, strategie, studi, …
E questo essere concentrati sul futuro spesso deconcentra da un elemento che con il futuro ha quasi sempre a che fare:
la propria economia, le proprie risorse che se ben amministrare ci aiutano poi a realizzare gli obiettivi di VITA.
Esiste cioè una forte interrelazione fra il futuro e il presente delle nostre risorse.
E anche se la cosa può apparire strana il nostro futuro dipende spesso da come siamo in grado di amministrarci sia il TEMPO che ci viene incontro, sia il DENARO di cui oggi disponiamo.
In questo momento il rendimento degli investimenti è in lento recupero rispetto ai picchi massimi raggiunti nel 2021.
Ma le cause di questo sono ben note:
Inflazione, politiche monetarie, situazioni geopolitiche, rallentamento economico.
Non mi stupisce quindi che i clienti chiedano di rivedere i propri investimenti per approdare a singoli titoli obbligazionari. Questi titoli, che hanno sì un buon rendimento, non corrispondono però ad alcun obiettivo di vita da raggiungere.
Possono servire sicuramente per integrare delle rendite, ma non possono sostituire una pianificazione finanziaria dei propri investimenti
Una corretta pianificazione assume senso e consistenza nei termini e nei tempi previsti.
Se per qualche motivo venisse deciso di modificare strada facendo quei tempi allora è molto probabile, quasi certo, che la strada che porta alla soddisfazione delle attese legate a quella pianificazione tenderà ad annullarsi.
Non solo.
Può capitare che il rapporto di FIDUCIA instaurato fra cliente e consulente si incrini proprio perché il consulente è obbligato a far presente (anzi a ricordare) che la pianificazione finanziaria o la rispetti o ci perdi.
Una volta stabilita e concordata una determinata pianificazione non dipende più dal consulente, al quale comunque spetta l’onere di ricordare le condizioni.
Tuttavia so bene che non è sempre facile proiettarsi nel futuro e riuscire a visualizzare quelle esigenze che, alla fine, dovrebbero essere il faro che guida le scelte di oggi.
E quindi che fare?
Bisognerebbe fare davvero chiarezza dentro di sé prima di fare SCELTE di investimento importanti.
Potrebbe aiutare porsi alcune DOMANDE che hanno lo scopo di interrogare la parte più profonda di ognuno.
Fra tutte le domande possibili vi sottopongo le tre più rilevanti e apparentemente dure, che richiedono una particolare riflessione su se stessi:
1- Immagina di essere “sicuro” da un punto di vista finanziario; hai già risorse sufficienti per i tuoi bisogni attuali e futuri.
La domanda è: Cosa cambieresti rispetto alla tua vita di oggi?
2- Vai a fare una visita dal tuo medico curante e lui ti comunica che hai una speranza di vita di 5-10 anni.
La buona notizia è che non sentirai mai male.
La cattiva notizia è che non sai quando esattamente ciò potrebbe accadere.
La domanda è:
Cosa decidi di fare con il tempo che ti resta da vivere? Cambieresti la tua vita? Come?
3- Durante una visita di controllo il tuo medico ti comunica che ti è rimasto un solo giorno di vita. Il tuo tempo su questa terra è quasi finito. Le domande che ti porrai a questo punto potrebbero essere:
• Cosa mi sono perso?
• Chi non sono riuscito ad essere?
• Cosa non sono riuscito a fare?
Personalmente trovo queste domande potenti e dure da digerire e so che per farsele occorre una certa dose di coraggio, ma soprattutto di determinazione e consapevolezza.
Se vi ho proposto questa riflessione è perché vorrei riflettere insieme a voi su cosa accade nelle nostre vite quando siamo di fronte ad una perdita o ad una situazione senza ritorno.
Domande che possono nascere in noi in seguito ad accadimenti che ci coinvolgono direttamente.
Il concetto di PERDITA facilita la concentrazione sulle priorità mentre analizziamo la nostra vita, ma anche sulle qualità che possiamo esprimere e che gli avvenimenti ci costringono a “tirare fuori”.
Prima o poi ci passiamo tutti.
In queste situazioni ognuno reagisce a modo suo secondo la propria cultura, le proprie convinzioni, tradizioni, legami… In questo è compresa anche la scelta di rimuovere il disagio o di evitare di cercare attenuarlo.
Strategie di emergenza, cui non tutti sono preparati.
C’è addirittura chi davanti a queste situazioni si perde e perde ogni contatto con la realtà, a volte per poco tempo, altre volte (più raramente) per sempre.
Ma questo riguarda le reazioni emotive!
E quando le reazioni riguardano, non le emozioni in senso stretto, ma le proprie risorse economiche e le emozioni di altro tipo che queste generano in noi? Non me ne vorrete se allora reintroduco il tema degli investimenti.
Quali strategie conviene adottare per superare il disagio che proviamo per una perdita finanziaria?
Quella più efficace è di creare le condizioni per rivalutare positivamente ciò che ci sta accadendo.
Per farlo è necessario prima fare una “fotografia” di cosa sta succedendo e immaginare come riuscire a gestire o sfruttare a nostro favore (ovviamente) la situazione di perdita che ci troviamo a fronteggiare.
Parafrasando Winston Churchill potremmo far nostra questa sua frase: “Non lasciare mai che una perdita vada sprecata”.
Esiste una sorta di adrenalina che si genera in ogni accadimento critico e, in genere, l’adrenalina rende lucidi ed efficienti in tempi rapidissimi.
Se avete dubbi, perplessità, timori, voglia di cambiare, … quello è il momento di riconoscere che serve un aiuto, che poi in sostanza è il consiglio di un consulente che dispone di un carattere controemozionale…
Ma questo lo sapete. A me non resta che ricordarvelo.
Sante
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