OTTOBRE è stato battezzato come “il mese dell’educazione finanziaria”.
Se posso fare una battuta, usare il mese in cui cadono le foglie come momento per avvicinare alla finanza è un po’ infelice, perché la finanza è una materia da quattro stagioni fatta di esperienze stimolanti inesplorate dai più.
Ma se proprio vogliamo tenere ottobre per buono allora facciamo che sia sempre ottobre!
Al di là delle battute mi viene da dire che era ora che –dopo anni che lo dico, e chi mi segue può testimoniarlo- si sottolineasse quanto l’educazione finanziaria sia sempre più necessaria, sia per rendere consapevoli e responsabili anche coloro che non frequentano la finanza per mestiere, sia per togliere un po’ di quelle ragnatele che il settore ha lasciato che si accumulassero sui propri significati e sulle proprie intenzioni e metodi.
Si dice tra le altre cose che il nostro Paese sia tra gli ultimi nella classifica per quanto riguarda l’educazione all’approccio e ai significati della FINANZA.
Per scoprire quanto sia vero basta osservare l’utilizzo del DENARO da parte di un gran numero di persone.
Perché se abbiamo –come abbiamo- un grande deposito di risparmi, questo è già un segnale che indica quanto siamo fermi rispetto alle potenzialità che quei risparmi potrebbero produrre di positivo per tutti coloro che li detengono, ma anche per tutti gli altri che, da un diffuso utilizzo RESPONSABILE e ben governato del risparmio collettivo, potrebbero usufruire di VANTAGGI diretti e indiretti.
Perché se il risparmio oggi fermo nei materassi o nei conti bancari fosse utilizzato responsabilmente nella finanza il nostro Paese sarebbe molto più funzionale.
Sì, perché se i soldi li lasciamo in banca stanno lì e poco a poco si consumano e la banca, pur lasciandoli nella nostra disponibilità, li usa per i propri interessi di investimento anche se a voi non sembra. Non si spiegherebbe infatti come fanno certe istituzioni non solo a sostenere i costi di personale e di gestione immobiliare, ma anche a costruirsi garanzie in forma di partecipazione (investimenti finanziari) o di immobilizzo in immobili o valori di altro tipo.
La banca non è un negozio, ma un fornitore di servizi che vive usando oculatamente (non sempre) la disponibilità garantita dal numero di depositi più o meno “dormienti”.
La finanza invece ha come OBIETTIVO la ricerca del miglior impiego del denaro degli investitori agendo con piani di previsione su ogni singolo investimento.
Quando chiedete un prestito, la banca calcola quanto in più gli restituirete in un determinato tempo e su quello (sommandolo a tutte le altre operazioni a pagamento) costruisce il proprio piano di investimenti sui vari mercati.
Diciamo che la banca quando vi presta denaro fa un investimento su di voi.
E se invece foste voi a prestare il vostro denaro alle imprese che lo meritano?
Potreste davvero essere parte integrante di progetti sostenibili e destinati a crescere.
I consulenti finanziari a questo servono:
a farvi utilizzare meglio denaro che altrimenti altri usano al posto vostro senza neppure condividere con voi i risultati.
Questo che vi ho appena illustrato, in modo molto sintetico e necessariamente “tagliato col coltello grosso”, è uno dei motivi per cui mi vedete così impegnato nello spiegare e rendere di semplice comprensione i “segreti della finanza”. Che segreti non sono. E non sono neppure alchimie oscure. Ma semplicemente un modo per farvi avvicinare CONSAPEVOLMENTE all’idea di far lavorare il vostro denaro alle vostre dipendenze anziché lasciarlo fermo.
Questo fa la finanza, questo faccio io con i miei clienti.
Io lavoro come se fosse ottobre tutto l’anno.
Vi aspetto.
Sante
Comments are closed.