Mi scuserete se ora vi farò venire un po’ di mal di testa mettendo insieme una serie di considerazioni che, nella loro banale semplicità, sono la fotografia del “sistema del sapere” in cui siamo tutti coinvolti, ma ognuno con un suo ruolo.

Diciamola tutta.

Sappiamo e diciamo tutti che più sai e meno errori fai.Ma non puoi sapere proprio tutto tutto.

Nell’ambiente sociale in cui ci muoviamo, il SAPERE è variamente distribuito in qualità e quantità diverse. Nessuno sa tutto di tutto, c’è chi sa e chi non sa, molti sanno un po’ di tutto, alcuni molto ma solo di qualcosa e poco del resto, altri ancora poco o niente di qualunque cosa se non l’indispensabile per vivere, etc …

Il nostro sistema sociale è in sostanza una rete di persone (e oggi anche di dati) in cui, più o meno consapevolmente, ognuno raccoglie e trasferisce continuamente informazioni e conoscenza: il sapere appunto … ognuno il suo.

Si tratta in fondo di un “sistema circolare”, ma talmente vasto e articolato che questa definizione la usiamo solo per avere un percezione semplificata del trasferimento del sapere.

Quello che ognuno sa, quando lo diffonde, arricchisce gli altri, tranne solo quando si pensa di sapere, trasferendo così solo informazioni e saperi “farlocchi”, danneggiando la reputazione del “sapere” e producendo danni di varia gravità.

Ecco. È finito il pippone … e il mal di testa spero sia passato, perché tutto questo giro di parole era “solo” per arrivare … al mio LAVORO ovviamente … e dove sennò?

Per dire e sottolineare che so di non sapere tutto, ma di sapere di finanza molto più della media di molti e di potermi permettere di affermare che da quando ho iniziato a trasferire parte di quello che ho imparato è come se mi fossi trasformato in un particolare influencer orientato allo SVILUPPO del sapere e non al suo contenimento.

Mi spiego ripetendo in modo diverso quanto dico spesso in altri articoli.

Ci sono figuredefinite professionali, che usano il proprio sapere per sé stessi senza alcuna intenzione di contribuire al sapere di chi li guida se non in apparenza.

È un metodo (diffuso) che consente loro di ammansire e GUIDARE “il non sapere” (diffuso anche questo) per “piazzare” i loro prodotti. C’è chi lo fa in modo elegante, e chi meno, ma in comune hanno tutti la percepibile intenzione di diffondere un sapere “farlocco” facendo credere sia invece fonte di un qualche benessere.

Non è un caso che questo genere di influencer abbiano sempre qualcosa da vendere, il cui valore o utilità non è oggettivamente dato “sapere”. Si sa solo quanto costa e non quanto vale effettivamente.

Si tratta quasi sempre di un guadagno a senso unico … quello dell’influlencer. 

Agli influenzati resta un prodotto consumabile o destinato a produrre altro che un temporaneo senso di entusiasmo.

Ci sono poi figure professionali che si danno il compito di circondarsi di persone che le seguano per sapere di più su questioni e opportunità di crescita personale sia in senso economico che sociale. Queste figure le riconosci, perché non ti parlano quasi mai di soldi.

Il settore della finanza ne conta qualcuna e io posso affermare di far parte di questo genere di particolari influencer che nel mio caso, non a caso, ho definito consulente contro emozionale.

Il mio scopo con chi mi segue, cliente o meno che sia, è quello di trasmettere quel sapere utile a chi si avvicina alla finanza. Consigli e informazioni che evitano di fare errori. Semplice come concetto. Difficile come attività. Ma voi non potete immaginare (o forse sì) quanto sia gratificante scoprire che un mio consiglio ha evitato una scelta irrazionale o consentito di far crescere o salvaguardare il valore di un patrimonio.

Perché più sai e meno errori fai.

Sempre a disposizione.

Sante