È un famoso detto che viene utilizzato anche per descrivere l’andamento dei mercati finanziari e in particolare di quelli azionari, dove i saliscendi sono sempre molto marcati. Questo modo di dire nasce dal fatto che è insito nei mercati salire adagio e scendere velocemente.

Detto con altre PAROLE, i mercati finanziari non sono un luogo di cuccagna facile e non sono un esercizio facile da praticare. Guadagnare facendo lavorare i soldi è forse più difficile che guadagnare “lavorando”.

Per guadagnare qualcosa in finanza serve quella pazienza che si traduce in alcuni anni. Invece a perdere ci si mette un attimo. Proprio un attimo: basta distrarsi, farsi prendere dalla fretta, dalle chiacchiere o da quel famoso FOMO di cui vi ho parlato in un altro articolo … ed ecco che si perde.

La metafora della vita, secondo la quale serve tanto tempo a costruire e poco a distruggere è quindi sempre lì a manifestarsi concretamente, soprattutto davanti a chi in finanza si distrae o fa il gradasso.

Ma se proprio doveste avere la tentazione di affrontare la finanza da soli, cerco di darvi un suggerimento per evitare di farvi troppo male. Ma vi anticipo che è solo uno dei suggerimenti possibili.

Se identificate un’azienda presente e quotata sul mercato e riuscite a capire che è sana e cresce bene nel tempo, serve anche sapere che il suo prezzo può scendere e determinare una perdita potenziale.

Ma se dovesse succedere è bene tenere a mente che questa perdita, se manteniamo il titolo in portafoglio è solo una FINTA PERDITA, perché è solo potenziale e si manifesterebbe solo se noi vendessimo in quel momento anziché restare in attesa che l’azione risalga.

Alla fine il prezzo del titolo risalirà, perché quel terreno che ha perso servirà a consolidare il valore dell’azienda e a preparare la crescita futura. È un processo di assestamento tipico nelle aziende sane.

Se un’azienda, di contro, è meno sana e la sua quotazione non cresce, serve fare molta più attenzione. In questo caso sarà facile assistere a periodici balzi rialzisti che si sgonfiano rapidamente, e questi segnali indicano che quasi certamente l’azienda è destinata al collasso.

Come fare allora a riconoscere i titoli buoni da quelli meno buoni?

Mi dispiace, ma questo non ve lo posso spiegare qui. Primo perché è troppo complesso e poi perché il mio lavoro non è statico. Parte di ciò che vi dico oggi potrebbe essersi modificato domattina. E io è domattina che agisco, non ieri. E le reazioni e le scelte che faccio per voi, se siete miei clienti ovviamente, sono la sintesi di molte attività.

Lasciatemi quindi dire che compiere scelte finanziarie è compito dei professionisti del settore, che conoscono i bilanci delle aziende e i piani industriali impostati per creare valore nei prossimi 4/5 anni e che sanno riconoscere gli eventi esterni che condizionano i mercati, etc.

Le elezioni Italiane, la Brexit, i tweet di Trump, disturbano i mercati, ma sono tutte situazioni che hanno poco a che fare con la crescita di un’azienda anche se concorrono tuttavia a creare VOLATILITÀ sui mercati, con correzioni alternate a fasi di rialzo. E questo perché causano ondate emotive che provocano reazioni irrazionali su cui qualcuno specula.

Ma il mio lavoro per voi è anche quello di evitarvi le emozioni che vi potrebbero trasformare in vittime di speculazioni.

Spero lo possiate apprezzare.

Sante.