Se c’è una cosa che distingue il risparmiatore dall’investitore è l’uso del DENARO.
Dico subito che uso il termine in senso generico … senza intenzione di escludere un genere o sottolinearne un altro.
Ci sono condizioni, riassunte da termini che usiamo abitualmente, che ci sembrano ovvie, ma come per tante ovvietà non si pensa mai abbastanza al fatto che a volte sono termini in cui le persone si rifugiano senza una piena consapevolezza, ma solo per sentirsi in una posizione la cui definizione li soddisfa.
Però facciamolo un piccolo approfondimento.
Mi serve anche per farvi riflettere sul mio lavoro e sul vostro orientamento “finanziario”.
Il RISPARMAITORE è concentrato sul mettere da parte ciò che non spende o non gli serve urgentemente.
Spesso non è a conoscenza delle possibili alternative al semplice risparmio e ogni tanto si limita a controllare la dimensione del suo capitale che cresce solo se viene alimentato da altri risparmi che, in genere, 99 su 100 derivano dal suo lavoro.
Il risparmio ha una sua logica di prevenzione: poter far fronte a improvvise necessità.
Il risparmiatore è una persona prudente.
Capita però che sia anche diffidente verso coloro che gli propongono di investire i risparmi in determinati prodotti finanziari o in operazioni di vario tipo.
Il risultato della diffidenza (legittima e a volte anche giustificata da un sistema che oggettivamente è popolato anche da loschi figuri) si manifesta inesorabilmente in una erosione del RISPARMIO causata dalla tassazione e dai costi del conto corrente e dalla svalutazione che grava costantemente sul denaro tenuto fermo (in banca o sotto il materasso).
L’INVESTITORE è invece una persona che, indipendentemente dalle origini del denaro di cui dispone, ha nei confronti del suo capitale un atteggiamento simile a quello dell’imprenditore.
Non è detto sia ben informato sulle opportunità che offre la finanza, ma è predisposto a far lavorare il denaro che ha con l’intento di farlo rendere …
Diciamo che ad entrambe manca qualcosa che invece l’altro ha generalmente in eccesso.
Al risparmiatore manca la spinta a far lavorare il denaro e ha forte l’istinto della prudenza.
L’investitore non considera la prudenza come priorità e cerca con una certa energia il modo migliore per far crescere il suo capitale.
Un consulente finanziario può ovviamente trovarsi davanti ad entrambe.
Nel mio percorso di consulente finanziario contro emozionale incontro anche alcuni estremismi: risparmiatori barricati in casa o investitori votati al suicidio finanziario.
Il cliente ottimale sarebbe una figura mediana:
disposto a far lavorare il proprio denaro con una sana dose di prudenza.
In un panorama popolato da varie emozioni generate dal denaro, la finanza si pone come entità dialogante con chiunque voglia approfondire le proprie conoscenze su come non tenere fermo il proprio denaro proponendogli varie soluzioni adeguate alla sua PERSONALITA’.
Per evitare che si sviluppino gli estremismi che vi ho appena accennato io comunque sto abituando i miei figli a mettere da parte parte della paghetta e un po’ alla volta li educo a ragionare sul VALORE di quello che hanno e sull’importanza delle scelte che possono fare con quello che hanno.
Ovviamente tutto dimensionato su di loro e senza troppe complicazioni.
Solo per abituarli a discutere con chi, come il loro padre, è uno che sa consigliarli per il loro bene.
Un po’ quello che, con i dovuti distinguo, faccio come consulente contro emozionale con i miei clienti risparmiatori o investitori che siano.
E voi che tipi siete? Volete parlarmene? Vi aspetto.
Sante.