Lo diceva mio nonno.

E trovo che oggi anch’io potrei dirlo contestualizzando su certe condizioni attuali.

Quando 20 anni fa ho iniziato questo LAVORO, era tutto molto diverso. Al centro del mercato c’erano le persone, i loro pensieri, le loro emozioni.

Oggi le cose sono cambiate. Non ci sono più i trader di una volta che gridavano per fare gli ordini … oggi ci sono i PC … basta un clic e si compra o si vende. I grandi gestori, quelli capaci di SCEGLIERE il miglior titolo all’interno di ciascun settore grazie alla lettura attenta dei bilanci, sono sempre meno.

Sono soppiantati da strumenti più economici, le cosiddette “gestioni passive”, gli “ETF” e da altre tipologie d’investimento che si basano sulla matematica, sugli algoritmi, e su modelli statistici di elaborazione di dati che ormai governano il mercato.

Le persone, le loro emozioni i loro pensieri contano sempre meno.

Non vorrei sembrare troppo nostalgico, ma semplicemente evidenziare come sui mercati finanziari –e in generale in tutti i settori della vita- la TECNOLOGIA ha introdotto una forte discontinuità rispetto al passato.

Che ci piaccia o meno, per stare al passo con i tempi, occorre adeguarsi. Ma ci tengo a dire che possiamo e dobbiamo saperlo fare senza snaturare la nostra vera essenza.

La centralità dell’UOMO rimarrà sempre ció che fa la differenza.

Non fosse così dovremmo accettare che l’intelligenza artificiale ci potrà governare e decidere per noi qualunque cosa tramite algoritmi (pensati da chi?).

Personalmente, per salvaguardare la centralità della persona rispetto alla tecnica, ho una ricetta che cerco di rispettare e trasmettere: uso la tecnologia ma non mi faccio usare da essa.E faccio notare che ho detto “essa” e non “lei” perché la tecnologia non ha personalità.

Un algoritmo può sicuramente facilitarmi l’interpretazione di come si potrebbero muovere i mercati nelle prossime settimane, ma non potrà mai parlare con i miei clienti trasmettendo loro la serenità che deriva dalla comprensione e la spiegazione di ciò che si vede accadere sul mercato, e non avendo veri occhi non può vedere quello che vedo io.

Facendo un passo avanti posso affermare che, alla capacità di comprendere le esigenze delle persone con cui lavoro ho nel tempo imparato ad aggiungere la comprensione “di come funzionano le macchine e gli algoritmi che le muovono”. 

Algoritmi che nei fatti è come fossero le “emozioni” del sistema digitale in cui siamo immersi, che applica in modo freddo i risultati di calcoli fatti senz’anima, ma che tuttavia condizionano il mercato.

Chi mi conosce sa bene che può contare sul fatto che io non ho abdicato alle emozioni umane, ma che anzi le utilizzo istintivamente per contrastarne la mancanza in un sistema che freddamente può riuscire a convincerti che una via sia corretta quando è solo un calcolo che per sua natura ignora l’individuo che lo osserva.

Con l’intelligenza artificiale ci posso anche “parlare”. Ma poi decido io, perché conosco le sue debolezze. Ed è anche per questo che mi considero un Consulente Finanziario Contro-Emozionale, cioè un alleato dei miei clienti per ottenere risultati contrastando le emozioni indotte da un sistema che emozioni non ha.

Il vostro Sante è sempre qui.