
Anche su Milano Finanza, come un po’ dappertutto ormai, si trovano pagine e pagine sul tema della SOSTENIBILITA’.
Cito questa testata non perché sia particolarmente importante rispetto ad altre, ma perché è uno dei luoghi dove ti accorgi che la finanza si interessa di temi che potrebbero sembrare non avere piena attinenza con la gestione del denaro secondo i classici luoghi comuni.
In sostanza, cosa significa “sostenibile”?
In parole povere si indica così un’azione, un’attività, un prodotto che si può continuare a fare per soddisfare i “bisogni del momento” senza compromettere la capacità di analoghi bisogni delle generazioni future.Se mi mangio tutto subito poi per domani non ho più nulla.
È un po’ la storia della cicala e della formica che dovremo sempre tener presente e che ogni tanto ricordo anche ai miei figli.
Cercando “sostenibilità” su Google si aprono pagine di definizioni e descrizioni.
In molte di queste pagine si fa riferimento al fatto che il termine è ormai talmente abusato che non si è più certi che chi lo utilizza stia parlandone consapevolmente e responsabilmente.
È uno di quei termini (ce ne sono moltissimi) che ad un certo punto diventano virali e che più lo diventano e più il loro significato si perde, a volte per ignoranza, altre volte per intenti strumentali.
Ricorderete l’invasione del termine “green”… da cui poco dopo si generò il “green washing” … ecco uguale.
La diffusione del termine e il suo abuso, con un complice efficace seppur involontario com’è la rete del WEB, sta portando ad una bolla speculativa perché la valutazione della sostenibilità delle aziende si confonde (in modo a dir poco incauto) con il rating che alcune società di controllo -tra cui Moodys e Standard&Poor’s– attribuiscono per determinare la sostenibilità o meno di un’azienda.
Avere un rating positivo di sostenibilità permette alle aziende di ottenere credito sul mercato, ma il rating è un giudizio sulle capacità di una società di pagare o meno i propri debiti, una valutazione sintetica che riassume le informazioni quantitative e qualitative disponibili su quella determinata impresa e sulle sue capacità di mantenersi solvibile nel tempo.
Il problema è che non ci si chiede però quali siamo i parametri che definiscono la sostenibilità di un’azienda.
E non ci sofferma su chi controlla i controllori e quali siano i reali INTERESSI che muovono il mercato della sostenibilità.
Per cui il famoso tema del “rischio” -di cui vi ho parlato in alcuni post precedenti- diventa suo malgrado protagonista delle mie attenzioni quando mi trovo a dover/poter valutare l’opportunità di suggerire o approvare un investimento di un’azienda definita “sostenibile”.
Ricorderete che prima del fallimento di Lehman Brothers c’era chi diceva che era sostenibile concedere prestiti anche a chi non poteva permetterseli per dare la possibilità a tutti di avere accesso al credito.
Perché si possa parlare di sostenibilità, qualsiasi cosa si faccia, deve avere o un impatto positivo in senso rigenerativo anche a lungo termine, o il cosiddetto “impatto zero” nel rispetto di tutti gli attori coinvolti nel processo.
Nel caso, per esempio, che mi trovassi a valutare per voi l’opportunità di un investimento in un settore del legname, una delle prime cose che controllerei non è certo l’attribuzione di sostenibilità data da figure terze per quanto note possano essere.
Per mia abitudine andrei a verificare la filiera riconducibile a quel determinato “investimento sostenibile” per assicurarmi che ci sia un serio collegamento all’impegno di rigenerazione delle foreste utilizzate.
Quando mi occupo dei vostri interessi agisco cioè come un investigatore:
• chiamo il gestore per fare approfondimenti sull’azienda e sulle logiche che hanno portato a inserirla nel fondo segnalato;
• controllo in che punto della filiera si colloca l’azienda, quali sono i suoi stakeholder (cioè i soggetti direttamente o indirettamente coinvolti nell’attività) e mi faccio una “fotografia” di come si muove tutto quel settore di riferimento;
• controllo anche le informazioni rintracciabili attraverso i social, soprattutto per osservare cosa e come comunica l’azienda, perchè molto spesso le parole utilizzate sono lo specchio dell’anima che le sceglie.
Uso sempre tutto il tempo necessario per assicurarmi che l’orientamento che darò al vostro investimento sia SOSTENIBILE e quindi anche RESPONSABILE.
Spero vi faccia piacere.
Sante
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