E’ passato un altro anno e sto cominciando a chiedermi se anch’io, così come accade ai miei colleghi di “maggiore età”, avrò il privilegio di accompagnare a lungo i miei CLIENTI di oggi.
Mi faccio questa domanda in questo inizio 2023 solitamente considerato un momento in cui si fa un bilancio su ciò su che abbiamo fatto nell’anno appena concluso e si progetta ciò che vogliamo realizzare in quello appena iniziato.
Uno dei mie propositi principali per questo 2023 è sicuramente continuare nella mia attività di divulgazione della finanza e del ruolo del consulente finanziario.
Per realizzarlo, da sempre, mi avvalgo dell’esperienza dei colleghi più “anziani” con cui scambio opinioni, esperienze, riflessioni…da loro prendo spunti per MIGLIORARE le mie capacità professionali e “umane”.
Ma per allargare le proprie conoscenze non basta il confronto con i più “esperti”, serve parlare e confrontarsi con le persone, raccogliere informazioni, capire come ognuno vive il proprio rapporto con il DENARO e con la FINANZA.
Dalle mie ricerche emergono TEMI interessanti che voglio condividere con voi.
Si tratta di considerazioni poco comprensibili razionalmente che però hanno per me una grande rilevanza per capire determinati comportamenti.
Per agevolarvi cerco di riassumere per punti tutto ciò che ho raccolto…punti che andranno poi collegati.
1.
La figura del consulente finanziario è poco conosciuta sia nella sua essenza che nelle sue potenzialità e a questo si aggiunge che gli viene spesso arbitrariamente e immotivatamente attribuita una reputazione nebbiosa.
Certo esistono gli squali, ma sono pochi e con un piccolo allenamento si possono individuare anche facilmente.
Ma quando c’è uno squalo nel mare si tende ad avere PAURA di entrare anche nell’acqua di una piscina
2.
I miei colleghi di lungo corso testimoniano che la quasi totalità dei loro clienti sono clienti soddisfatti da 20/30/40 anni… Complessivamente parliamo di molte migliaia, che in proporzione diventano però pochissimi se paragonati ai milioni di clienti solo “affezionati” alle banche classiche.
3.
Ci sono evidenze di semplice calcolo e convenienza finanziaria che dovrebbero spostare l’interesse di quei milioni di clienti di banca classica verso il rapporto con le aziende strutturate con obiettivi finanziari condivisi con i CLIENTI
4.
La gestione di qualunque attività economica vive costantemente in un MERCATO che impone quell’efficienza che si genera dallo stimolo prodotto dalla concorrenza.
Ma pare che questo “automatismo” non si inneschi nel settore finanziario, nonostante sia un ambito la cui funzione primaria è quella di far fruttare in modo articolato e pianificato il denaro dei clienti.
5.
Le persone possono affezionarsi ad un luogo che frequentano da tempo e nel quale possono trovare persone simpatiche, con le quali arrivare anche ad intrattenere rapporti di amicizia, ma questo non giustifica la SCELTA di tenere i propri soldi in quel luogo.
6.
Esistono inevitabili e sostanziali differenze fra consulenti finanziari iscritti ad un albo e dipendenti delegati a vendere consulenze.
7.
Quando si tratta di DENARO va fatta una chiara distinzione fra deposito e gestione, così come fra sottoscrizione e amministrazione.
Una considerazione, che unisce tutti i punti che ho elencato, è che le persone dovrebbero poter ricevere maggiore istruzione finanziaria per poter scegliere CONSAPEVOLMENTE dove sia più assennato dirigere le aspettative e le aspirazioni di miglior gestione del proprio denaro e per capire la differenza fra consulenti e venditori.
Concludo con una riflessione sulla mia età.
Forse sto diventando vecchio, ma grazie al TEMPO che passa sto crescendo e imparando sempre cose nuove.
Sante