
Avrete certo sentito parlare dei futures come OPPORTUNITA’ di investimento.
Si tratta in sostanza di prodotti finanziari che consentono di concordare e fissare il prezzo di un bene prima che questo venga prodotto e commercializzato e ottenerlo a distanza di tempo al prezzo prestabilito, anche se al momento della sua messa a disposizione effettiva avrà un prezzo di mercato diverso.
Ve l’ho spiegato in modo frettoloso perché tra tutti prodotti finanziari disponibili i futures possono essere quelli più orientati alla speculazione che se anche possiamo pensare appartenga al DNA della finanza, ci sono casi in cui questa speculazione a mio avviso non è sostenibile sul piano etico.
Ad esempio, un’azienda che produce pane può comprare futures legati al grano per assicurarsi nei mesi successivi l’acquisto, ad un prezzo stabilito prima, per gestire meglio i costi.
In questo ipotetico caso (che però esiste e si perpetua realmente) ci si trova davanti ad un tecnicismo particolare, perché non esiste l’obbligo di consegna di quello su cui si è fatto l’accordo (che è definito “Sottostante”) che in questo caso è il grano.
Per cui si crea un inquinamento del MERCATO a causa delle migliaia di soggetti cui non interessa minimamente il grano. Queste migliaia di “investitori” semplicemente fiutano l’affare leggendo le condizioni internazionali che sanno poter far crescere i prezzi e comprano quindi un future che consente di acquistare una certa quantità di grano a “100” quattro mesi dopo.
Se nel frattempo in questi quattro mesi il prezzo del grano è salito a 150, questi investitori possono rivendere i contratti e intascare la differenza…senza neppure ritirare un chicco di grano.
Restando su questo esempio (reale), la testata Food Watch scrive che i ricercatori olandesi della rete Lighthouse hanno analizzato due fondi attivi in quel settore trovando che nel 2021 avevano investito 200mln di euro nel comparto trovandosi nei primi 4 mesi del 2022 un valore di sei volte superiore.
Il settimanale australiano The Continent nel maggio del 2022 sottolineava come non ci fosse stata alcuna carenza di beni alimentari tale da giustificare l’aumento dei prezzi e che, anzi, la produzione globale di cibo era addirittura cresciuta e che oggi possiamo ancora contare su riserve di cereali mondiali pari ad un terzo superiore di quanto necessita l’intera umanità.
Sulle derrate alimentari viene costantemente costruito da personaggi, che personalmente evito di frequentare pur tenendoli sotto osservazione, un meccanismo che crea artatamente una sorta di panico che genera un effetto di crescita del valore senza che le cause siano corrispondenti al vero.
E questo tipo di rendite potenziali non rappresentano il mio personale modo di intendere la FINANZA.
Sono un consulente e perdipiù controemozionale e non uno spacciatore di illusioni o di modelli che mortificano il rispetto per chi crede nel vero SVILUPPO che la finanza sana può sostenere.
Spero che questo vi rassereni su quello che potete aspettarvi da una mia consulenza.
Aspettatevi una mia visione di futuro … e non di certi futures.
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