La famosa frase pronunciata nel film Blade runner (1982) dal replicante Roy Batty, con le dovute differenze e con un po’ di ironia (sempre utile quando il clima è pesante) mi piace ripeterla quando mi capita di raccontare il mio ormai lungo PERCORSO nel settore finanziario. 

In questi ultimi 20 anni ne ho viste accadere di cose e di crisi sui mercati.

Raccontarle tutte (cosa che non faccio per non annoiare) aiuterebbe a confermare un fatto che ripeto spesso: 

pur essendo sempre diverse le dinamiche che le innescano, le crisi fanno sempre il medesimo percorso e ciò che le accomuna di più è soprattutto la fase finale… dove tutto torna come prima e molto spesso anche “in meglio”. 

Una crisi su tutte però ve la voglio raccontare: quello della bolla tecnologica tra la fine degli anni ‘90 e i primi del 2000.

In quegli anni, ancora studente, mi stavo appassionando ai MERCATI…seguivo l’andamento degli indici azionari e studiavo i business delle aziende di allora. TISCALI in particolare. 

Era la prima azienda innovativa nel settore di internet in Italia, ed ebbe un successo travolgente. 

Rappresentava la nuova frontiera delle comunicazioni, attiva nei servizi web e nella telefonia fissa, si presentava come un nuovo colosso del settore da contrapporre a Telecom. 

Il 27\10\1999 il titolo Tiscali fece il suo ingresso sul mercato azionario con un prezzo che si aggirava intorno ai 46€ ad azione. 

Questa notizia era attesa con ansia dagli investitori che già il primo giorno di contrattazione “rastrellarono” il titolo. Quello stesso giorno il suo valore passò da 46€ a 73€ alla chiusura del mercato, aumentando del 60%…e continuò a crescere velocemente, a volte sospeso per eccesso di rialzo, per tutto dicembre, passando dai 185€ di inizio mese ai 400€ del 27\12\99. 

La data importante fu però il 06\03\2000 quando il titolo raggiunse il suo massimo assoluto: 1.197€

Il titolo era dunque cresciuto del 2500% in poco più di 5 mesi dall’entrata in borsa.

Immaginate l’euforia degli INVESTITORI per i grandi guadagni in pochi mesi. 

Chi avesse venduto in quel momento (avendo acquistato il titolo all’inizio) avrebbe realizzato un ottimo margine. 

Ma pochi vendettero. 

Si era cristallizzata l’idea che la CRESCITA sarebbe continuata. 

Invece la fase di calo della quotazione Tiscali, colse tutti gli investitori di sorpresa: alla fine di marzo era già tornata a 575€ e alla fine di maggio a 40€. 

Un totale declino in 50 giorni. 

La discesa fu improvvisa e veloce quanto la crescita: chi investì durante la fase crescente non tentarono di vendere quando vedevano tale discesa, sperando che fosse solo una situazione momentanea e che presto il titolo sarebbe salito di nuovo. 

Il titolo passò invece da 40€ a 15€ e, nel settembre 2004, a poco più di 2€. 

Oggi Tiscali è ancora quotato nella borsa italiana a… 0,011 centesimi per azione: praticamente zero. 

Ci sono ovviamente anche storie di successi che durano a lungo: 

AMAZON, al suo esordio in borsa nel giugno 1997 valeva 1,40 dollari, arrivando al massimo storico di 113 dollari nel dicembre 1999 (pre bolla Internet d’inizio 2000). 

Ma il ritracciamento (inversione temporanea dei prezzi nella direzione opposta al trend precedente)  fu violento: 5.51 dollari il minimo nell’ottobre del 2001 con una perdita del 95,13% dai massimi. Ma poi la galoppata di Amazon non ha avuto più pause e il prezzo dell’azione è cresciuto di circa 200 volte per raggiungere gli oltre 2000 dollari odierni.

Diecimila dollari, investiti al minimo di prezzo di Amazon, oggi varrebbero quasi tre milioni di dollari. 

Storie agli antipodi che rappresentano due casi estremi del mercato e che permettono di trarre due spunti di RIFLESSIONI importantissimi per chi fa il mio lavoro e per un risparmiatore: l’importanza della diversificazione e del tempocome ricordavo nel mio precedente articolo. 

Fare SCELTE su singoli titoli investendo tutto il proprio capitale può comportare nello stesso momento la possibilità di diventare ricchissimo, ma anche poverissimo. 

Tiscali insegna. 

Ma anche qualora fossimo in grado di riuscire a trovare il cavallo vincente non concedere TEMPO all’investimento di crescere potrebbe comportare rimpianti enormi.

Chi avesse comprato Amazon a 100 dollari e avesse venduto subito dopo lo scoppio della bolla a 5 o dollari oggi vivrebbe con un grande rimpianto di non aver mantenuto i nervi saldi. 

E oggi cosa succede? 

Dopo 20 anni di attività, mi ritrovo a gestire sempre le stesse dinamiche. 

Siamo in una fase in cui i mercati scendono. 

Molti dicono oddio vendiamo”, quando invece si dovrebbe fare l’esatto opposto ossia comprare o, quantomeno, mantenere ciò che si ha. 

Siamo portati per attitudine in ambito finanziario a guardare il momento presente, e ci facciamo influenzare dalle notizie che ascoltiamo e dalle EMOZIONI che queste provocano in noi. 

All’inizio era così anche per me. 

Nel tempo ho però imparato a non farmi condizionare dal presente dei mercati. 

Il presente per il mondo finanziario è sempre ingannevole se vissuto con l’EMOTIVITA’.

Va invece vissuto con distacco, guardando alle prospettive del futuro che solo analizzando le aziende, prima ancora dei mercati, è possibile immaginare quali siano quelle con radici più solide e destinate a restare. 

Oggi, mentre l’INFLAZIONE sale ed erode i nostri risparmi, serve guardare sotto traccia un’economia che non si ferma, che magari nel breve rallenta, ma poi continua a produrre e a crescere in funzione di come le attività umane (quelle sane) crescono e sviluppano nuove frontiere. 

E se gli investimenti che fate oggi scendono del 20%, domani, o fra due mesi ,se sono buoni investimenti e sono diversificati, non preoccupatevi. 

Lasciate che il tempo faccia il suo lavoro.

Vi starete ora chiedendo quale sia la differenza fra Tiscali e Amazon.

Tiscali abitava un ambiente popolato da concorrenti capaci di acquisire clienti con più velocità e meno perdite. 

Amazon ha saputo muoversi anticipando i tempi e in questo momento non ha praticamente concorrenti e ogni passo che fa distanzia tutti quelli che cercano di imitarla.

 

Sante