Conoscete tutti quell’esempio di statistica che dice che se io mangio un pollo intero e tu non mangi nulla, statisticamente abbiamo mangiato mezzo pollo a testa.
Analoga riflessione immagino venga stimolata sentendo le notizie che riferiscono l’aumento del RISPARMIO degli italiani, perché non solo questa “notizia” è riportata in modo grossolano, ma osserva anche un dato senza spiegare cosa accade in realtà.
Molti si chiederanno come mai vengano dette certe cose visto che, contemporaneamente all’incremento del risparmio, si sente anche una narrazione di tragedia annunciata dell’economia.
La leggerezza di certe notizie è con buona evidenza figlia della medesima leggerezza con cui si è battezzato il distanziamento fisico, richiesto come precauzione in questa situazione “Covidiana”, con il termine “distanziamento sociale” (scorretto e per certi versi anche potenziale istigatore di derive sociali) che, seppur usato come sinonimo del primo riguarda invece, più propriamente, gli atteggiamenti di chi intende tenersi a distanza dagli altri per questioni di presunta (odiosa ed esecrabile) “differenza di posizione sociale”.
Ma torniamo a noi.
Il risparmio aumenta perché, in questa situazione generale, si spende meno. E viviamo in un sistema che usa la lettura laterale a seconda delle occasioni. Così, il medesimo fatto che tu compri meno, a seconda di chi lo nota, cambia di segno.
Le banche notano che tu spendi meno … e per loro aumenta il risparmio che si trovano a gestire (se voi non lo investite).
Il sistema in cui viviamo, basato sul consumo, vede sempre che tu spendi meno … ma lo legge come una crisi di sistema. In questo secondo caso si tratta tecnicamente di una mancata redistribuzione del denaro, che si ferma in punti non accessibili al sistema se non dalle banche o da chi “vi ruba in casa”.
Sul piano finanziario, la minor spesa dei consumatori (che siamo tutti noi) determina un incremento di disponibilità di coloro il cui reddito non è influenzato direttamente dall’atto del consumo.
Una figura come, ad esempio, il ristoratore invece soffre per mancato accesso al “vostro denaro” di consumatori e con lui soffre tutta la filiera cui lui attinge (fornitori) e genera (dipendenti). Questa condizione viene osservata dal mondo della finanza come una situazione positiva, perché genera una potenziale e molto probabile condizione favorevole per l’accelerazione degli INVESTIMENTI che avverrà appena si allenteranno gli irrigidimenti (anche “emotivi”) legati all’attuale situazione.
Il meccanismo finanziario che alimenta e sostiene il sistema, ve l’ho già sottolineato altre volte, non si ferma mai. Come l’acqua, anche il sistema finanziario ha nella sua natura il “potere” di trovare comunque nuove vie per proseguire.
La capacità di adattamento del sistema finanziario, diversamente da quanto pensa chi lo critica, rappresenta in definitiva una costante soluzione per evitare lo spreco e la perdita di denaro, indirizzando verso le opportunità più razionali e solide … facendolo anche con sistemi “controemozionali” laddove sia presente una figura come quella che rappresento.
In sostanza, il pollo della metafora statistica se lo mangia tutto la banca se gli lasciate i vostri risparmi (la vostra metà del pollo) senza impiegarli in modo oculato.
Allora? Cosa preferite? Petto o coscia? Parliamone.
Sante
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