Chi mi segue sa che, qualche sera, fa ho organizzato un incontro su ZOOM con chi ha aderito al mio invito al mini seminario sulla finanza.

Un incontro che, lo dico subito, ripeterò, sia perché è nell’ordine delle cose che ho programmato di fare per fornire consigli finanziari, sia perché, in pratica, mi è stato chiesto a gran voce … non solo da chi c’era, ma anche da chi non aveva potuto partecipare sia per “raggiunta capienza” che per impedimenti suoi personali.

E questa per me è una piacevole sorpresa dalla quale traggo spunto ed energie per continuare sulla via della divulgazione della finanza spiegata in modo semplice.

Ma tornando per un attimo al mini seminario, racconto -per chi non c’era- che il mio intento era di dare alcune indicazioni su come un consulente finanziario controemozionale costruisce, insieme al suo cliente, un piano di investimento finanziario adeguato.

Alla fine questo OBIETTIVO è stato raggiunto, nel senso che i presenti hanno capito molto meglio di prima il perché sia raccomandabile e in cosa si traduce l’affidarsi ad un consulente contro emozionale.

Ma, con mia sorpresa, nelle fase conclusiva sono emerse alcune considerazioni da parte dei partecipanti che non mi aspettavo e che mi hanno fatto riflettere.

Una su tutte la questione, che già supponevo ci fosse, ma che mi è stata confermata dai presenti e da alcuni colleghi:

i risparmiatori desiderano pianificare i propri fabbisogni finanziari, ne sentono l’UTILITA’ e il BISOGNO, ma quello che gli manca è un sufficiente numero di consulenti che siano interlocutori preparati a dialogare anche con piccoli risparmiatori che invece vengono troppo spesso considerati “poco interessanti” … che è oggettivamente un errore “capitale” … aggettivo tra l’altro adeguato al contesto perché ricorda un sostantivo coerente con la finanza.

Da questa ovvia riflessione, seppure grandemente sottostimata, risulta che la maggior parte dei risparmiatori rimane per così dire “scoperto”.

Nel senso che non ha accesso ad un percorso “sano e affidabile” che gli consenta di ricevere informazioni neutre e opportunità di riflessione. Il piccolo risparmiatore “sfoga” così la sua propria curiosità e interesse nel concetto di investimento, rivolgendosi a figure definite impropriamente come “esperte” che dentro o fuori da banche, uffici postali e assicurazioni vengono superficialmente formati e incaricati dai loro istituti di vendere prodotti finanziari.

Ora, con tutto il rispetto dovuto a chi lavora in ogni settore con qualunque mansione, risulta evidente che in un mercato di proposte “organizzato” in questo modo non stupisce che ci siano non solo risparmiatori orfani di un’assistenza degna di questo nome, ma anche le tragiche conseguenze, di cui è ricca la cronaca, che portano risparmiatori incauti a comprare dietro consigli che consigli non sono. Con le conseguenze che sappiamo.

Interrompo qui il mio commento per sottolineare e ripetere quanto io mi senta profondamente differente da chi vende pur di vendere.

Le diverse qualità di chi svolge la medesima professione di altri, stanno nelle diverse priorità attribuite ai medesimi obiettivi. Non è un caso se il mio percorso professionale è sfociato nella figura del consulente finanziario contro emozionale perché una figura come la mia si interessa prima alla persona che ha davanti e solo dopo -e solo se è opportuno- del patrimonio che potrebbe gestirgli.

Per tutto questo e per quanto è emerso nel recente incontro su ZOOM, ho deciso di ripetere l’appuntamento anche giovedì prossimo.

Ringrazio tutti coloro che hanno partecipato a quello precedente e, dovessero ritenere opportuno farlo, li invito a sentirsi liberi di informare di questi incontri anche conoscenti, colleghi e amici.

Aspetto quindi un segnale da chi non c’era, da chi è rimasto in attesa e da chiunque si farà avanti per ricevere il link all’incontro su ZOOM di giovedì prossimo.

Sempre Sante sono.