Pur rispettando i sentimenti di tutti –me compreso- verso la questione sanitaria in corso, desidero accompagnarvi fuori dalla retorica che, soprattutto in situazioni come quella che stiamo vivendo, accompagna la narrativa dei tg e dei catastrofisti.
Mi ritengo una persona ragionevole e non posso negare quanto vedo.Ma posso leggerlo con la necessaria freddezza e solidità che si impongono in questi casi.
Seppure il mio lavoro preveda di prepararsi a situazioni dove la fermezza e il self control devono farsi spazio fra paure e incertezze poco razionali, non avrei mai pensato di assistere a quello che ho visto accadere in questi giorni sui mercati. Eppure di CRISI ne ho viste e vissute tante.
Nel 2001 il crollo delle torri gemelle, nel 2008 il fallimento di Lehman Brothers, nel 2011 la crisi dei debiti sovrani e poi la Grecia, la guerra commerciale cinese, la probabile recessione nel 2018 …
Ma questa crisi è diversa perché la sua causa è esterna al MERCATO
Un VIRUS che si intrufola negli ingranaggi del sistema finanziario, già di per sé sempre molto sensibile ai soffi di vento, e che mette in difficoltà le economie di tutto il mondo, va osservato in modo diverso. Non va sottovalutato sul piano sanitario ovviamente, ma è necessario fare uno sforzo per collocarlo nel modo giusto sul piano finanziario anche se la “tendenza generale” è quella della preoccupazione mondiale per le perdite economiche. Diciamo subito che le cose stanno diversamente e che in pochi hanno interesse a parlarne in modo chiaro.
Io questo interesse ce l’ho e lo metto a beneficio dei miei clienti e di chi mi segue.
Non so quando finirà questa crisi generale perché ogni crisi è diversa, questa in particolare, ma so per certo che, come tutte quelle che l’hanno preceduta, prima o poi anche questa finirà.
Certo finirà!
In cinese la parola “crisi” è composta da due ideogrammi:
il primo rappresenta il pericolo che è abbastanza ovvio; il secondo, molto meno scontato, rappresenta invece l’opportunità.
C’è chi dice che in questo momento é meglio vendere tutto e c’è chi invece vede delle opportunità e compra. Ognuno la vede a suo modo. Ma se c’è una cosa certamente discutibile e insopportabile è la diffusa pratica -fuori e dentro i media- della strumentalizzazione dei mercati finanziari.
A cosa mi riferisco? Una su tutte, quando leggo o sento pronunciare dai media: “bruciati miliardi in borsa” rimango sempre sconcertato.
Chiariamo subito una cosa: i miliardi investiti in titoli rappresentativi di proprietà di aziende sono “ignifughi“!
Gli strumenti finanziari non bruciano, così come non si creano con impasti lievitanti. Passano solo di mano. Chiaro?
Ogni volta che viene proposto un prezzo sul mercato finanziario, di qualunque titolo si tratti, significa che ci sono almeno due tipi di persone che la pensano in maniera diametralmente opposta: un venditore e un compratore.
Vuol dire che c’è chi ha ritenuto vantaggioso liberarsi di quel prodotto a quel valore, ma significa altrettanto che c’è stato chi ha considerato conveniente comprarselo a quel valore. Altrimenti non ci sarebbe stato uno scambio, non ci sarebbe stata la possibilità di esprimere un VALORE.
Se tutti fossero convinti che conviene detenere un determinato titolo perché da quel momento in poi può solo salire, ci sarebbero tanti compratori, ma non ci sarebbe nessun venditore; se tutti fossero convinti che conviene dismettere un determinato titolo perché da quel momento in poi può solo scendere, ci sarebbero tanti venditori, ma non ci sarebbe nessun compratore.
E in entrambi i casi non ci sarebbe alcuno scambio, non ci sarebbe un prezzo. Chiaro?
Anche nei giorni di forte discesa come quelli in corso, con i mercati che calano rapidamente scatenando preoccupazioni e paure, se c’è un prezzo (anche del 10/15/20%) più basso del giorno prima), è evidente che ci sono venditori e compratori.
Quindi c’è chi, approfittando di momenti come questo, sta comprando titoli a prezzi ultra scontati da chi accetta di venderglieli troppo frettolosamente e senza considerarne il vero VALORE
Titoli che nessuno vorrebbe se non ci fosse speranza di risalita. Chiaro?
E la maggior parte delle volte chi li cede non ha neanche la necessità di venderli e potrebbe tranquillamente detenerli fino al loro recupero, come fa chi glieli ha rilevati.
Qunidi non è bruciato nulla!
Sono solo passati di mano dei titoli ad un prezzo estremamente più basso di quello precedentemente fissato perché chi li aveva si è lasciato prendere dal panico.
Se è quindi un errore uscire dopo una discesa, c’è pure chi crede conveniente uscire per poi rientrare quando inizia la risalita.
In realtà anche questa non è una decisione che porta buoni risultati.
Uscire dal mercato in corso, decidere cioè di “starsene fuori” in attesa di rientrare, non solo fa perdere subito in termini reali la consistenza del capitale precedentemente investito, ma espone anche al rischio di non riuscire a godere dei giorni in cui si concentrano i forti recuperi.
E state sicuri prima o poi ci saranno.
Fare INVESTIMENTI seriamente significa stabilire con sé stessi una regola da cui non derogare mai: avere pazienza anche quando tutti la perdono.
La pazienza è una dote che ripaga sempre, anche in finanza. Chiaro?
Quindi “state a casa” e per le vostre finanze sentiamoci quando volete via internet o al telefono.
Il vostro Sante
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