Non è una lezione di italiano. Non mi permetterei mai.
È solo una riflessione nata dalla consapevolezza che anche la sola presenza o assenza di un punto di domanda in una stessa frase può fare una grande differenza.
Come questo possa riguardare il mio compito di consulente finanziario e il mio intento di divulgare e rendere più semplice la comprensione della finanza per i miei clienti, cerco di spiegarlo qui.
COSA POSSO FARE PER VOI? è una domanda. Se ve la facessi, lascerei aperta la risposta alla vostra discrezionalità, ma lasciandovi anche “fra le mani” un punto di domanda, appunto. Come potreste sapere cosa posso fare per voi se non conoscete a fondo le mie competenze e la disciplina finanziaria con cui opero?
Non siete me e io non sono voi. E quindi voi, potendo solo supporre o basarvi più sul buonsenso e sulle poche informazioni di cui oggettivamente potete disporre, rispondereste come chiunque sia preso di sorpresa ad essere “interrogato” e invitato a dare un riscontro su qualcosa che non conosce. La formula più onesta che potreste usare come risposta sarebbe: non saprei! Come faccio a risponderti? Sei tu il consulente.
E avreste ragione.
Invece COSA POSSO FARE PER VOI, senza dunque aggiungere un punto interrogativo (ma semmai seguito dai due punti), manifesta “l’intenzione di darvi informazioni” e pone chi mi ascolta nella posizione di ascolto.
Facendo questa semplice riflessione sull’importanza di cosa si dice o di cosa si scrive, mi sono allora posto da solo la domanda iniziale (COSA POSSO FARE PER VOI?) e ho pensato di dirvi sinteticamente COSA POSSO FARE PER VOI:
il mio lavoro può sintetizzarsi in due piccole frasi. Eccole:
1. Farvi ottenere BENEFICI economici gestendo al meglio il denaro che altrimenti voi lascereste fermo
2. Evitarvi DANNI economici che potrebbero derivare da scelte non sufficientemente ragionate o impulsive in cui potreste incorrere se doveste gestire da soli il vostro capitale (grande o piccolo che sia) o se dovesse capitarvi di inciampare in sedicenti operatori finanziari (ce ne sono sempre di più, sono fuori controllo e fanno danni alla reputazione del sistema finanziario in generale).
Due frasi che non sono in antitesi e neppure alternative. Possono anzi convivere ed essere praticate anche contemporaneamente.
Credo di averlo detto decine di volte in modi diversi: la gestione finanziaria non è una spesa, bensì la tutela del valore dei beni che vi vengono inseriti. Laddove questo non dovesse succedere una cosa è certa: non si tratta di un lavoro che ho seguito io.
E questa è una certezza. Come quella mi chiamo Sante e che sono un consulente contro emozionale mica per caso.
Vi aspetto.
Sante
Comments are closed.