In alcuni paesi disegnare interventi di educazione finanziaria efficaci è un tema molto sentito e sviluppato. In altri come l’Italia un po’ meno.

Va detto che avere le conoscenze giuste non significa saperle tradurre in azioni.È necessario acquisire anche una capacità di organizzazione mentale e tenerla allenata.

Questo perché ogni decisione riguardo al FUTURO comporta sempre una piccola battaglia che avviene nel nostro cervello.Una parte di esso ci farebbe agire istintivamente, un’altra tende a farci riflettere più a lungo.

Per fare un esempio, se dovessimo scegliere tra 100 euro adesso e 110 tra una settimana saremmo già in crisi. È l’eterna lotta tra la corteccia prefrontale che ci fa rimanere coerenti con un piano d’azione ed esercitare l’autocontrollo, e i sistemi dopaminergici della ricompensa che cercano il piacere immediato.

Nella trappola ci cadono in molti, anche esperti di economia e finanza, banchieri e professionisti del settore.

E se quindi l’educazione finanziaria nulla può fare anche per i risparmiatori più sofisticati e accorti figuriamoci per chi non ha conoscenze in questo ambito.

Certo conoscere almeno i rudimenti di gestione della finanza personale sarebbe opportuno, ma non basta

Per esperienza personale ho verificato che anche chi ha frequentato un corso di economia e finanza, quando viene il momento di decidere quanto risparmiare per la pensione non sempre prende le decisioni migliori perché subentra sempre un aspetto emotivo che tende a prendere il sopravvento.

Quindi che fare ?

1.

Come consiglia il premio Nobel per l’economia Richard Thaler, sarebbe meglio fruire di corsi ed interventi educativi per tenersi sempre aggiornati e freschi. Questo perché l’apprendimento scade in fretta. E fare corsi mirati, per esempio su come fare un piano d’accumulo nel momento in cui abbiamo l’esigenza di risparmiare per il futuro dei nostri figli.

2.

Dotarci di vademecum con semplici istruzioni per l’uso che fungano da guida. Se ad esempio dobbiamo distinguere il risparmio dalle spese correnti all’interno del nostro reddito, avere un breve prontuario fa sempre molto comodo. Così come avere un “libretto di istruzioni” che spieghi come distinguere un tasso fisso da uno variabile nella richiesta di un mutuo.

3.

Cercare di rendere il mondo più facile usando la tecnologia, con applicazioni in grado di calcolare -ad esempio- con estrema semplicità una rata di un mutuo.

Ma dopo aver preso in considerazione i tre precedenti consigli, che servono a metterci in condizione di essere più consapevoli di come funzionano gli aspetti finanziari che ci riguardano, ne andrebbe considerato un quarto, il più importante: farsi affiancare da un esperto.Qualcuno cioè che sia in grado di aiutarci non solo a scegliere i percorsi finanziari più adatti a noi ma anche a gestire le nostre emozioni prima dopo e durante la scelta che faremo.

Ma questo sarà il tema del prossimo articolo.

Nel frattempo come sempre sono a vostra disposizione.