È un detto milanese, diffusosi anche oltre i confini lombardi, che significa “ogni pasticcere fa il suo lavoro”. Viene utilizzato spesso come forma garbata per suggerire a qualcuno di non fare un lavoro che non è in grado di fare o che non gli compete.
Utilizzabilissimo anche nel mondo della FINANZA.
Mi sarete testimoni che ognuno di noi, soprattutto oggi che con i social sembra sempre tutto molto alla portata di mano, riceve proposte di adesione a forme di investimenti sedicenti e remunerative.
Ci sono i modelli automatici per investire in borsa dove tu non devi fare nulla, “tranne” assicurare un versamento iniziale a chi te lo propone; si trovano anche una miriade di format cui aderire per diventare milionari in poco tempo usando solo lo smartphone o il pc. Poi ci sono anche formule racchiuse in manuali dai titoli accattivanti che ti insegnano i segreti della finanza e le 10 regole per far fruttare il tuo denaro (perché mai sono sempre 10 le regole per ogni cosa un giorno lo capirò):
non devi fare altro che leggerti il manuale del self made (che devi comprare magari ad “un prezzo eccezionale solo fino al giorno X” ) e poi “buttarti” nella mischia sperando di aver capito tutto bene e di fare scelte giuste. Visi sorridenti, foto cariche di immagini evocative del lusso, parole stordenti, ma affascinanti … sono il corredo tipico di queste sedicenti opportunità che vi cercano in ogni modo possibile.
Non nego che seguendo queste sirene potrebbe anche capitare di riuscire ad imbroccare l’investimento che può dare una certa soddisfazione, ma sarebbe un caso fortuito.
Già altre volte ho avuto modo di sottolineare che la finanza è un mondo dove la fortuna non abita e anche se dovesse palesarsi non te lo viene certo a dire in anticipo, ma richiede invece CONOSCENZA quotidiana, quindi tempo ed esperienza.
Si tratta di un mestiere dove il concetto di rischio c’è eccome. Basta però chiarire di che rischio parliamo. Perché il rischio è come il colesterolo: c’è quello buono e quello cattivo.
Il rischio cattivo è quello che te lo devi andare proprio a cercare pensando di fare da solo, in fretta, senza verifiche, seguendo suggerimenti balordi o furbi e solo con qualche click, il lavoro che un professionista evita proprio di fare per evitare di perdere e far perdere i suoi clienti.
Il rischio buono è invece il rischio di portare a casa sempre dei buoni risultati che è l’unico rischio che un buon professionista calcola e mette in pratica consapevolmente per sé e per i suoi clienti, operando con calma, tenendo lontane le emozioni che fan fare scelte sbagliate e guardando più spesso avanti piuttosto che al giorno dopo.
Insomma la questione è quella che ci ricorda il proverbio milanese con cui ho aperto questo articolo: è saggio che ognuno faccia il proprio mestiere.
Però vi ho detto una piccola bugia parlando di una fortuna che non c’è … perché può palesarsi anche in questo ambiente … ma solo se avete la fortuna (appunto) di farvi seguire da un consulente professionista, responsabile, esperto, puntuale, che vi sta vicino, che vi spiega cosa sta facendo e perché, con quali tempi, prospettive e che non vi racconta storie.
Insomma un ofelèe che fá ‘l so mestè … uno come me se posso peccare di immodestia.
A presto.
Sante
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