Capita che si predichi bene e si razzoli male.
In un precedente articolo vi ho parlato di quanto possa risultare UTILE insegnare ai bambini come gestire il denaro e come e perché risparmiare.
Da adulti capita però che ci dimentichiamo di applicare quanto abbiamo appena insegnato ai nostri figli e cioè gestire con oculatezza, risparmiare per poter investire in qualcosa che sia durevole o che ci permetta di avere una risorsa disponibile per emergenze o in tempi futuri.
L’antica e sempre buona lezione del “padre di famiglia” è semplice pur se comporta costante riflessione su cosa si desidera ora e su cosa si desidera in futuro, pensare alle cose più importanti e necessarie, fare costantemente mente locale a ciò che è superfluo.
Non si tratta di porre dei limiti alla propria libertà di fare quello che “ci piace e di spendere come più ci aggrada”.
Ogni scelta fatta con le proprie risorse è sempre legittima, ma se fatta con una piena consapevolezza può evitare delusioni, ammanchi, perdite, carenza di fondi, sorprese spiacevoli …
Ma c’è anche un’altra cosa.
Nel confronto quotidiano con clienti di ogni dimensione finanziaria, mi capita di osservare che, chi ha risorse modeste ha in genere una maggiore attitudine a gestirle oculatamente rispetto a chi dispone di beni in abbondanza.
Soprattutto quando una certa abbondanza deriva da eredità che la persona non è preparata a gestire, sia che si tratti di denaro, sia che si tratti di aziende o beni immobili.
Non è un caso se, nel mio incontro con i clienti, prima o poi mi capita di ricevere richieste di suggerimenti sul come poter gestire patrimoni improvvisamente arrivati nella disponibilità della PERSONA che ho davanti.
E la cosa mi fa piacere, perché quando avviene si manifesta una doppia consapevolezza: quella del cliente che si rende conto di doversi affidare ad un consulente per non fare involontari danni al patrimonio, sia perché quella richiesta arriva a me … che significa che mi viene riconosciuta la serietà e la preparazione che in effetti mi appartengono e che metto sempre a disposizione con una certa generosità d’animo che, a prescindere dalle belle parole, credo mi contraddistingua.
Quando i clienti me lo consentono (perché registro che ci sono clienti che non amano né parlare, né sentir parlare, se non unicamente di rapporti finanziari) cerco di creare le condizioni per poter riflettere su una cosa ovvia, ma forse per questo dimenticata:
le risorse di cui ognuno di noi dispone, di qualunque dimensione siano (anche la paghetta che diamo ai nostri piccoli) derivano sempre da una certa fatica che merita rispetto.
Un rispetto dovuto sia quando la fatica l’abbiamo fatta in prima persona, sia quando deriva da fatiche di altri che solo le circostanze hanno determinato siano arrivate a noi.
Si tratta di essere costantemente consapevoli che, non vorrei sembrare banale, “guadagnare è fatica, ma spendere è un attimo” e dopo quell’attimo c’è il FUTURO che i nostri comportamenti e le nostre scelte possono assicurare o compromettere.
Sono sempre molto occupato nel cercare di trasmettere l’importanza di queste riflessioni a chi incontro e, per come sento questa urgenza, credo si tratti anche di una preoccupazione per “l’altro” … di chiunque si tratti, soprattutto se un mio cliente.
Spero sia ancora più chiaro del solito perché vi parlo sempre dei vostri soldi.
Parlatemene anche voi.
Sapete che il mio sarà sempre un approccio contro emozionale.
Sante